Discorso DO 2014

Consegna DO 2014

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Oltre a rinnovare i complimenti a tutti quelli che hanno conseguito il DO voglio riportare i punti salienti di quello che non è stato un normale discorso di chiusura della cerimonia, ma vuole sancire una fine ed un inizio. La fine di un sofferto processo – cominciato alla morte di Alain Bernard – di ricerca di una nuova identità; l’inizio di una strada finalmente diritta, libera dalle contraddizioni, dalle ambiguità, dai doppi messaggi, continuazione ed evoluzione di quella aperta da Alain alla fine degli anni ’90.
Oggi sappiamo chi siamo e quale è la nostra forza, l’ho vista questa forza, nelle lacrime di Paolo – sorprendenti ed inarrestabili, nel sorriso finalmente sereno di Anna, nella solidità di terza linea di Massimo, negli scherzi di Lanfranco, nell’entusiasmo e nell’energia degli assistenti, vecchi e nuovi.

discorsoIeri dicevo, davanti ad una platea di un centinaio di persone (un nutrito gruppo di turbinanti bimbi inclusa):
Sono veramente contento di avervi in tanti, oggi, a ricevere questo DO, e sono sicuro che uno dei motivi di ciò è che tutti avete ben chiaro il senso di stare difendendo le nostre radici comuni e le nostre (vostre) tradizioni. Avete ben chiaro cioè che è interesse di ognuno di voi che il nome di EOP risuoni negli ambiti osteopatici forte e chiaro, come risuona ancora il nome del suo fondatore Alain Bernard.
In questi anni ho maturato la convinzione che non esiste la ricetta di una formazione ideale in osteopatia, e che i modelli che sono sul mercato sono tutti ahimè abbastanza carenti.
Da queste considerazioni è partito un “work” ancora e sempre “in progress”, che ha causato le varie crisi/cambiamenti che abbiamo affrontato e, direi brillantemente superato, anche a prezzo di qualche sacrificio.
Il nostro obiettivo è – e rimarrà sempre – quello di rendere la nostra formazione sempre più efficace, rimanendo aderenti alla pratica di studio al di là delle mode, di velleità pseudo-universitarie, di vanità professionali e personali.
Il nostro filo conduttore è la coerenza, una coerenza che ci ha portato a scelte difficili, anti-economiche, impopolari.
La scelta per esempio di ammettere solo fisioterapisti /e medici) come ai tempi di Alain, con la conseguente uscita dal ROI, ha il preciso significato di prendere le distanze da una visione sempre più diffusa che considera il titolo importante quanto la formazione (o addirittura più importante). Visione questa che viene sponsorizzata ed amplificata da tutti coloro che hanno interesse a vendere diplomi a chiunque.
E questo si riallaccia al discorso del riconoscimento, su cui vorrei soffermarmi con alcune considerazioni che nascono dalla possibilità che ho avuto – rispetto al normale pubblico – di guardare un pò dietro alle quinte, avendo partecipato alle riunioni del ROI ed avendo un filo diretto con alcuni esponenti della politica che si stanno occupando del problema.
Questo riconoscimento è ancora di là da venire. Attualmente esistono tre disegni di legge; l’unico che avrebbe una qualche probabilità – secondo i miei contatti parlamentari – sarebbe quello che prevede per l’osteopatia una laurea triennale di primo livello, al apri della fisioterapia. Gli altri due, che parlano di lauree quinquennali, saranno bloccati – sempre secondo le mie fonti -dalle lobby dei medici.
In ogni caso per il pregresso ci sarebbe una sanatoria molto “ecumenica”. Noi dal canto nostro, come scuola, ci attiveremmo per far riconoscere i nostri DO.
Comunque, anche considerando quanto è successo in Francia (dove un osteoipata non può neanche manipolare le cervicali, né fare visceri e cranio) ed in Inghilterra (formazione imperniata esclusiavamente sullo strutturale) non sono sicuro che questo riconoscimento sia vantaggioso, nè per i professionisti nè per l’osteopatia. Per questo trovo assurdo dare sostegno, sia personalmente che come scuola, ad associazioni che spingono per un riconoscimento, qualunque esso sia, perchè serve a giustificare e a vendere i loro “tempi pieni”. E sconsiglio anche voi dal farlo.
Concludo invitandovi nuovamente a sostenere l’EOP, la vostra scuola, perchè le vostre radici rimangano salde e vitali, continuando a mantenere con noi una relazione, come già in tanti stanno facendo.
Noi da parte nostra – una volta risolte le contraddizioni ed eliminati gli ostacoli che ci rallentavano e ci toglievano energia – stiamo lanciando tutta una serie di iniziative e di corsi, di supporto alla vostra professione. Intanto, come sempre, le nostre lezioni dei sei anni sono aperte a chiunque di voi senta il bisogno di rivedere qualche argomento.
In questo lungo week end abbiamo visto lavorare una trentina di colleghi; alcuni sono stati veramente brillanti, altri hanno dimostrato di avere riempito le loro lacune, ognuno ha superato qualche limite.
A tutti voi dico: Mirate a diventare dei grandi professionisti, tutti ne avete le potenzialità. Non accontentatevi, siate affamati di successo, di felicità di vita.

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