|   Che cos’è il muro? Un concetto. 
        Che cos’è un’ernia discale, nulla senza il muro. 
        Il muro è ciò che consente di trattare un’ernia discale, che altrimenti, 
        rimarrebbe solo un segno e un sintomo nella storia del paziente.  
        Non si curano delle ernie in osteopatia se non col il muro, il fondo concettuale, 
        quello che consente di “vedere un’ernia tra una rigidità dorsale e il 
        piede che non funziona” (A. Bernard D.O.).  
        Non è interessante sapere se la VL è in ERS o in FSR in una lombalgia, 
        né per noi, tanto meno per il paziente, il cui bisogno è star meglio; 
        so che nel percorso accademico abbiamo bisogno di essere rassicurati imparando 
        test, trovare le disfunzioni, sapere come manipolare la primaria… queste 
        sono le incertezze ed i dubbi dell’allievo.  
        Peccato che domani saremo soli nello studio, senza maestri, senza teorie, 
        senza libri: vi immaginate cosa succederebbe se chiedessimo al paziente 
        di attendere per andare a consultare un libro?  
        Quando sei solo nel tuo studio, devi avere un muro concettuale solido, 
        forte, che ti permetta il più delle volte di trovare una strategia di 
        trattamento, la più semplice.  
        Ma spesso le strade semplici sono difficili da seguire: meglio cercare 
        una ERS e forse un’altra su D12 e D4 ed essere una tartaruga in cerca 
        di qualcosa di microscopico, piuttosto che un’aquila che da molto lontano 
        è capace di controllare tutto il territorio d’azione.  
        Quindi siate dei “globalisti” e non guardate il dito del paziente, ma 
        tutto “l’organo della C.V.”, per usare un termine di Korr, e come esso 
        influenzi la periferia, o come la periferia influenzi la colonna stessa! 
         
        E’ troppo facile vedere una cifosi prolungata fino a L1, L2, talvolta 
        L3, è troppo facile vedere una ipomobilità nell’anca, occorre solo osservare 
        l’atteggiamento della persona per intuire dov’è la strada giusta!  
        Ma è meglio complicarsi la vita con mille test ed essere orgogliosi di 
        aver trovato una ERS? A cosa servirà?  
        In più andare a cercare nella storia del paziente se lo stomaco vent’anni 
        prima ha sofferto per una gastrite, o se è colitico.  
        Personalmente non vedo una persona nel 2000 senza una gastrite o una colite; 
        ok allora tutta la strategia di trattamento è nelle sue viscere o forse 
        ha avuto un colpo di frusta cervicale e la dura madre ha tirato sull’occipite 
        e sul sacro e quindi occorre fare dieci sedute sul sistema cranio sacrale 
        forse è meglio!  
        Che cos’è allora il “muro”? La strada grande quella dove vedi meglio nella 
        nebbia, i concetti forti, la pratica di tutti i giorni.  
        Trovate una “IPO” che sia primaria o secondaria la zona silente a qualsiasi 
        livello articolare, legamentoso, muscolare, osseo, membranoso, fluidico, 
        se così si dice e tutti gli altri termini con cui la vorrete chiamare 
        spesso l’ipomobilità sarà in alcune zone chiavi del “sistema neuro muscolo 
        scheletrico” (Korr).  
        Il “determinismo anatomofisiologico” (A. Bernard D.O.) è potente nell’organizzazione 
        del corpo umano, alcuni distretti vertebrali o alcune vertebre chiavi 
        dell’organo colonna vertebrale (Korr) non solo meccanicamente, ma ancora 
        di più a livello neuro vegetativo devono preservare la vita funzionale 
        e relazionale dell’individuo.  
        Economia, conforto, equilibrio = salute: dietro un adattamento c’è sempre 
        un motivo più profondo di quel tessuto di porsi nello spazio e nel tempo, 
        in quel determinato modo (“La tipologia” appunti delle lezioni di A. Bernard 
        D.O.).  
        Siamo più pragmatici comunque. Perché notare D6 in disfunzioni in una 
        ipercifosi e non vedere l’ipercifosi, il gruppo d’ipercifosi?  
        Spesso il sintomo, l’iper è preso nel panino delle ipomobilità: il ginocchio 
        (gonalgia) ad esempio tra il piede e l’anca, il bacino (lombalgia) tra 
        anca e dorsali, la spalla (periartite) tra dorso e gomito, ecc….  
        Ecco, questo è un altro muro, un altro concetto forte, leggete tra le 
        righe e troverete “  
        Quando non sai cosa fare, rivedi i concetti fondamentali d’osteopatia, 
        lì troverai la strada più semplice” (A. Bernard D.O.). La “Sruttura governa 
        la Funzione”.  
        Questo concetto fondamentale deve essere chiaro a tutti! (A.T.STILL). 
        e’ Già un bel muro direi, nel tempo posso mettere un altro piccolo mattone 
        e un altro ancora e così una nuova fila, il muro si alza, ora posso vedere 
        che la “Funzione modella la Struttura”, il muro cresce ancora più solido, 
        potente ed efficace.  
        “Una tecnica fine a se stessa senza un concetto forte che l’abbia prodotta 
        non potrà mai assurgere ad un ruolo di terapia” (A. Bernard D. O.).  
        Una scuola il cui contributo è prettamente teorico, non ha un ruolo formativo 
        in osteopatia, perché la teoria è sui i libri ed i libri li scrive chi 
        ha il tempo di farlo, ma non c’è muro sui libri, il muro è nella pratica 
        di tutti i giorni e di chi ha ricavato dalla pratica pochi ed essenziali 
        concetti e di chi dei concetti ha fatto della pratica, mettendo il concetto 
        nelle sue mani.  
        L’osteopatia non è e non sarà mai una scienza esatta, ma i concetti la 
        rendono credibile ed efficace.  
        Mi scuso per le innumerevoli ripetizioni e per i riferimenti ai miei e 
        ad altri grandi maestri d’osteopatia, ma la semplicità e il pragmatismo 
        degli uomini di terra mi affascina in un mondo dove il virtuale ed il 
        surreale sovente confondono i sensi, gli stessi che fanno dell’osteopatia 
        non solo una scienza, ma un’arte.    
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