Tutti i movimenti del collo (tranne l'estensione che arriva fino a C5-C6)
implicano una
mobilizzazione vertebrale fino a D4.
Ciò significa che le forze antigravitarie che permettono l'orizzontalità
dello sguardo e l'equilibrio della testa sul collo non scendono al di
sotto di D4.
E' quindi importante, nel corso di un trattamento osteopatico, ripristinare
una corretta mobilità che
arrivi fino a questa zona. Da qui l'importanza biomeccanica che riveste
il corretto equilibrio di D4
senza considerare le altre caratteristiche importanti di tale vertebra:
- Fulcro di recupero dell'equilibrio sul piano orizzontale e frontale
analogamente a D12 (scoliosi).
- Coordinazione dei movimenti diaframmatici, indispensabili per
l'interscambio fluidico tra le due cavità addominale e toracica
(ematosi).
- Centro della vasomotrìcità (ruolo nelle emicranie).
- Punto di raccordo tra funzionalità cardiaca (plesso cardiaco),
respiratoria (nervo frenico)e viscerale (vago).
- Chiave di volta del grande arco posteriore che va da C6 a D9 (punto
di tensione che reagisce alle forze gravitazionarie anteriori).
Per quanto concerne i muscoli nucali esiste una simmetria fra loro e i
muscoli oculomotori. La loro disposizione anatomica è la stessa.
Tra questi due gruppi muscolari esiste altresì una interrelazione
funzionale.
Ogni stimolo visivo che sollecita la nostra attenzione indirizza
il nostro sguardo per il tramite di due azioni muscolari:
- l'azione della muscolatura estrinseca dell'occhio (muscolo retto superiore,inferiore.mediale
e laterale e muscolo obliquo superiore ed inferiore) che dirige l'occhio.
- L'azione dei muscoli nucali (muscolo grande retto posteriore, piccolo
retto posteriore, grande obliquo e piccolo obliquo) che dirige la testa.
E' evidente che i movimenti della testa e degli occhi devono essere coordinati
da una azione armonica. Un'ipermobilità del rachide cervicale superiore, che
dirige il movimento della testa in modo troppo rapido ed ampio, spezza questa relazione armonica creando
turbe interferenziali nel meccanismo di adattamento posturale e facilitando l'insorgenza di sindromi
vertiginose acute.
Esiste una comunicazione anatomica attraverso la dura madre tra il sistema
labirintico, il condotto uditivo esterno ed il sistema meningeo intra-cranico.
L'adattamento dei muscoli posturali fa seguito alla compensazione esistente tra il sistema oculomotore e il labirinto dominante (occhio più alto) costituenti il sistema di riferimento della postura. Il coordinamento
dell'insieme posturale è controllato dalla sostanza reticolare e dal cervelletto.
Esiste altresì una comunicazione diretta tra muscoli nucali e sistema meningeo intracranico: c'è un punto di tessuto connettivo che collega la dura, il rivestimento membranoso del cervelletto, cervello e midollo spinale al piccolo muscolo retto posteriore del cranio, situato alla base della nuca, tra l'arco
posteriore dell'atlante e la linea nucale inferiore dell'occipite.
Un ponte simile sussiste tra la prima e la seconda cervicale (grande retto posteriore situato tra l'apofisi spinosa di C2 e la linea nucale inferiore dell'occipite e il grande obliquo tra l'apofisi spinosa di C2 e il tubercolo della traversa di CI).
Questa connessione evidenzia l'interrelazione anatomica esistente tra
i muscoli nucali e i sistemi di riferimento (sistema labirintico e sistema oculomotore) e coordinamento della postura (sostanza reticolare e cervelletto).
Possiamo comprendere ora il perché in patologia alcune sindromi
vertiginose acute siano legate ad un disturbo del sistema muscolare posturale con punto di partenza a livello
dei muscoli della nuca soprattutto quando questi ultimi si trovano ad adattarsi ad una situazione
esasperata di stress; situazione frequente negli individui che presentano
un collo proiettato in avanti con il seguente schema adattativo: inversione
cervicale bassa (ipomobilità), iperlordosi compensatoria tra occipite
C1-C2 (ipermobilità). La testa si trova in appoggio instabile sui
condili (fulcro di leva), le forze gravitarie di compressione hanno il
loro punto di applicazione a livello della sella turcica (centro gravitario
della testa) e trascinano la testa in avanti. Le forze antigravitarie
(di trazione )sono rappresentate dai muscoli nucali che devono controbilanciare il peso del
capo. I muscoli nucali, estensori, saranno quindi in tono permanente per opporsi alla caduta in
avanti della testa e andranno spesso soggetti a situazioni posturali di affaticamento e stress.
Da C1 in giù il peso del corpo viene ripartito su tre colonne: una colonna statica a livello dei corpi vertebrali e due dinamiche corrispondenti alle apofisi articolari.
Il peso della testa grava solo sulle colonne dinamiche rappresentate dai condili.
La mancanza della colonna anteriore viene supportata dalla articolazione
atlo-odontoidea.
La zona sottooccipitale rappresenta quindi il punto più
mobile e meccanicamente più sollecitato del
rachide cervicale. In caso di verticalizzazione o inversione di curva
il ruolo dei muscoli nucali sarà
doppiamente compensatorio. Tali muscoli saranno in restrizione permanente
per compensare
l'eccessivo appiombo della testa (compenso statico) e saranno in condizione
di ipermobilità per
compensare l'ipomobilità dei fulcri del rachide cervicale inferiore
determinata dall'inversione di
curva (compenso dinamico). È evidente come in una simile tipologia
biomeccanica, i muscoli nucali in restrizione permanente, si trovino in
condizione di stress continuativo. È vero che tale stress è
il prezzo inevitabile per
consentire il mantenimento dell'equilibrio della testa e l'orizzontalità
dello sguardo, ma è altrettanto
vero che in una situazione simile basta un minimo squilibrio aggiuntivo
per precipitare nell'attacco
acuto vertiginoso. In sostanza la postura si organizza con l'interrelazione
armonica anatomica e funzionale di tre
sistemi: il sistema di coordinamento (sostanza reticolare e cervelletto),
sistema di riferimento e
dell'equilibrio (sistema vestibolare ed oculomotore) e il sistema esecutore
(la catena muscolare
posturale con punto di partenza dai muscoli nucali). È evidente
quindi, come un disturbo della
funzione del sistema muscolare posturale nucale (ipermobilità adattativa
e compensatoria) comporti
una disarmonia funzionale dell'insieme generando turbe posturali e dell'equilibrio
(vertigini).
Ritengo personalmente che in casi di questo genere sia opportuno limitare
il trattamento osteopatico
allo sblocco dei fulcri cervicali inferiori C5-C6 fino a D4 senza assolutamente
manipolare la zona in
restrizione occipite C1-C2 in quanto adattativa e compensatoria (iper)
all'inversione sottostante
(ipo), limitando semmai l'azione sui muscoli nucali ad un lavoro di inibizione
dolce tessutale . Il
recupero della zona cervicale inferiore sarà quindi condizione
necessaria e sufficiente per consentire
un adattamento fisiologico più conveniente della zona sovrastante.
Ricordiamo che nel cranio giocano un ruolo importante due sistemi di equilibrio
uno situato
anteriormente e uno posteriormente. Relativamente alla parte posteriore
è il tono dei muscoli nucali
che compensa ed equilibra il peso della testa e la cui azione si prolunga
lungo la scatola cranica per
mezzo del movimento della falce del cervello, del cervelletto e del tentorio
del cervelletto.
La parte anteriore del cranio è condizionata dalla relazione armonica
esistente tra mandibola
sospesa al temporale (ATM) colonna cervicale, osso ioide, e sistema muscolare
connesso.
Il punto di raccordo di questi due equilibri è il temporale che
condiziona ed armonizza le varie
componenti attraverso relazioni articolari miofasciali e neurologiche
fondamentali.
|