RUOLO BIOMECCANICO DEI FULCRI C5-C4, D4 E DEI MUSCOLI NUCALI NELLE SINDROMI VERTIGINOSE ACUTE E LORO INQUADRAMENTO OSTEOPATICO (Roberto Traini)

   

Tutti i movimenti del collo (tranne l'estensione che arriva fino a C5-C6) implicano una
mobilizzazione vertebrale fino a D4.
Ciò significa che le forze antigravitarie che permettono l'orizzontalità dello sguardo e l'equilibrio della testa sul collo non scendono al di sotto di D4.
E' quindi importante, nel corso di un trattamento osteopatico, ripristinare una corretta mobilità che arrivi fino a questa zona.
Da qui l'importanza biomeccanica che riveste il corretto equilibrio di D4 senza considerare le altre caratteristiche importanti di tale vertebra:

  • Fulcro di recupero dell'equilibrio sul piano orizzontale e frontale analogamente a D12 (scoliosi).
  • Coordinazione dei movimenti diaframmatici, indispensabili per l'interscambio fluidico tra le due cavità addominale e toracica (ematosi).
  • Centro della vasomotrìcità (ruolo nelle emicranie).
  • Punto di raccordo tra funzionalità cardiaca (plesso cardiaco), respiratoria (nervo frenico)e viscerale (vago).
  • Chiave di volta del grande arco posteriore che va da C6 a D9 (punto di tensione che reagisce alle forze gravitazionarie anteriori).

Per quanto concerne i muscoli nucali esiste una simmetria fra loro e i muscoli oculomotori. La loro disposizione anatomica è la stessa.
Tra questi due gruppi muscolari esiste altresì una interrelazione funzionale.
Ogni stimolo visivo che sollecita la nostra attenzione indirizza il nostro sguardo per il tramite di due azioni muscolari:

  • l'azione della muscolatura estrinseca dell'occhio (muscolo retto superiore,inferiore.mediale e laterale e muscolo obliquo superiore ed inferiore) che dirige l'occhio.
  • L'azione dei muscoli nucali (muscolo grande retto posteriore, piccolo retto posteriore, grande obliquo e piccolo obliquo) che dirige la testa.

E' evidente che i movimenti della testa e degli occhi devono essere coordinati da una azione armonica.
Un'ipermobilità del rachide cervicale superiore, che dirige il movimento della testa in modo troppo rapido ed ampio, spezza questa relazione armonica creando turbe interferenziali nel meccanismo di adattamento posturale e facilitando l'insorgenza di sindromi vertiginose acute.
Esiste una comunicazione anatomica attraverso la dura madre tra il sistema labirintico, il condotto uditivo esterno ed il sistema meningeo intra-cranico.
L'adattamento dei muscoli posturali fa seguito alla compensazione esistente tra il sistema oculomotore e il labirinto dominante (occhio più alto) costituenti il sistema di riferimento della postura.
Il coordinamento dell'insieme posturale è controllato dalla sostanza reticolare e dal cervelletto.
Esiste altresì una comunicazione diretta tra muscoli nucali e sistema meningeo intracranico: c'è un punto di tessuto connettivo che collega la dura, il rivestimento membranoso del cervelletto, cervello e midollo spinale al piccolo muscolo retto posteriore del cranio, situato alla base della nuca, tra l'arco posteriore dell'atlante e la linea nucale inferiore dell'occipite.
Un ponte simile sussiste tra la prima e la seconda cervicale (grande retto posteriore situato tra l'apofisi spinosa di C2 e la linea nucale inferiore dell'occipite e il grande obliquo tra l'apofisi spinosa di C2 e il tubercolo della traversa di CI).
Questa connessione evidenzia l'interrelazione anatomica esistente tra i muscoli nucali e i sistemi di riferimento (sistema labirintico e sistema oculomotore) e coordinamento della postura (sostanza reticolare e cervelletto).
Possiamo comprendere ora il perché in patologia alcune sindromi vertiginose acute siano legate ad un disturbo del sistema muscolare posturale con punto di partenza a livello dei muscoli della nuca soprattutto quando questi ultimi si trovano ad adattarsi ad una situazione esasperata di stress; situazione frequente negli individui che presentano un collo proiettato in avanti con il seguente schema adattativo: inversione cervicale bassa (ipomobilità), iperlordosi compensatoria tra occipite C1-C2 (ipermobilità).
La testa si trova in appoggio instabile sui condili (fulcro di leva), le forze gravitarie di compressione hanno il loro punto di applicazione a livello della sella turcica (centro gravitario della testa) e trascinano la testa in avanti.
Le forze antigravitarie (di trazione )sono rappresentate dai muscoli nucali che devono controbilanciare il peso del capo.
I muscoli nucali, estensori, saranno quindi in tono permanente per opporsi alla caduta in avanti della testa e andranno spesso soggetti a situazioni posturali di affaticamento e stress.
Da C1 in giù il peso del corpo viene ripartito su tre colonne: una colonna statica a livello dei corpi vertebrali e due dinamiche corrispondenti alle apofisi articolari.
Il peso della testa grava solo sulle colonne dinamiche rappresentate dai condili.
La mancanza della colonna anteriore viene supportata dalla articolazione atlo-odontoidea.
La zona sottooccipitale rappresenta quindi il punto più mobile e meccanicamente più sollecitato del rachide cervicale.
In caso di verticalizzazione o inversione di curva il ruolo dei muscoli nucali sarà doppiamente compensatorio.
Tali muscoli saranno in restrizione permanente per compensare l'eccessivo appiombo della testa (compenso statico) e saranno in condizione di ipermobilità per compensare l'ipomobilità dei fulcri del rachide cervicale inferiore determinata dall'inversione di curva (compenso dinamico).
È evidente come in una simile tipologia biomeccanica, i muscoli nucali in restrizione permanente, si trovino in condizione di stress continuativo.
È vero che tale stress è il prezzo inevitabile per consentire il mantenimento dell'equilibrio della testa e l'orizzontalità dello sguardo, ma è altrettanto vero che in una situazione simile basta un minimo squilibrio aggiuntivo per precipitare nell'attacco acuto vertiginoso.
In sostanza la postura si organizza con l'interrelazione armonica anatomica e funzionale di tre sistemi: il sistema di coordinamento (sostanza reticolare e cervelletto), sistema di riferimento e dell'equilibrio (sistema vestibolare ed oculomotore) e il sistema esecutore (la catena muscolare posturale con punto di partenza dai muscoli nucali).
È evidente quindi, come un disturbo della funzione del sistema muscolare posturale nucale (ipermobilità adattativa e compensatoria) comporti una disarmonia funzionale dell'insieme generando turbe posturali e dell'equilibrio (vertigini).
Ritengo personalmente che in casi di questo genere sia opportuno limitare il trattamento osteopatico allo sblocco dei fulcri cervicali inferiori C5-C6 fino a D4 senza assolutamente manipolare la zona in restrizione occipite C1-C2 in quanto adattativa e compensatoria (iper) all'inversione sottostante
(ipo), limitando semmai l'azione sui muscoli nucali ad un lavoro di inibizione dolce tessutale .
Il recupero della zona cervicale inferiore sarà quindi condizione necessaria e sufficiente per consentire un adattamento fisiologico più conveniente della zona sovrastante.
Ricordiamo che nel cranio giocano un ruolo importante due sistemi di equilibrio uno situato anteriormente e uno posteriormente.
Relativamente alla parte posteriore è il tono dei muscoli nucali che compensa ed equilibra il peso della testa e la cui azione si prolunga lungo la scatola cranica per mezzo del movimento della falce del cervello, del cervelletto e del tentorio del cervelletto.
La parte anteriore del cranio è condizionata dalla relazione armonica esistente tra mandibola sospesa al temporale (ATM) colonna cervicale, osso ioide, e sistema muscolare connesso.
Il punto di raccordo di questi due equilibri è il temporale che condiziona ed armonizza le varie componenti attraverso relazioni articolari miofasciali e neurologiche fondamentali.