Novità per l’anno accademico 2015-2016

Una delle caratteristiche della nostra formazione è quella di essere in continua evoluzione, in progress. Partendo dall’assunto che non esiste la ricetta della “formazione perfetta” di volta in volta ne verifichiamo l’efficacia – anche e soprattutto rispetto ai feedback che ci fornite voi utenti – e apportiamo le correzioni che riteniamo più adeguate.

Tali verifiche di efficacia non sono possibili in tempi brevi. Punti di forza e punti deboli di un insegnamento si evidenziano nel giro di qualche anno.

Tra le nostre linee guida – forse la più importante – è quella di insegnare Tutto quello che può essere trasmesso in maniera efficace ed esaustiva nei tempi di una formazione part-time, cioè 24 giorni per anno accademico.
Questo rende infondata qualsiasi preoccupazione degli allievi sulla “completezza” del programma (come se esistesse un programma “ministeriale” a cui fare riferimento).
Il nostro contratto formativo, prevede di farvi diventare professionisti in grado, alla fine della formazione, di gestire la stragrande maggioranza dei casi che capitano in uno studio di osteopatia.

Con delle scelte coraggiose, in controtendenza, ci stiamo portando portando una spanna al di sopra della media delle scuole che ormai, anche a causa dei loro tempi pieni, stanno soffrendo di una deriva pseudo-universitaria (molta informazione, poca formazione).
Ma la qualità e la quantità raramente si sposano, e in 24 giorni di formazione l’anno, bisogna ben pesare quello che si pretende insegnare. Per me verranno sempre prima le basi: qualsiasi lacuna a livello delle basi impedisce ogni evoluzione.

A chi ci sceglie proponiamo non qualche strumento in più ma un cambio di prospettiva che lo porti dalla condizione di “esecutore di ricetta” a quella diterapeuta capace di fare un ragionamento diagnostico e trattare di conseguenza il paziente.

Per fare questo salto di qualità c’è bisogno di tanto tempo e tanta pratica, e la cosa più importante è quella di fare propri i concetti di base: non vi fate lusingare dalla prospettiva di accumulare quanti più strumenti possibili serviranno a poco se dietro non c’è una logica!

Il comune sentire in ambito osteopatico spinge in altre direzioni – si vola alto con embriologia, funzionale, dentosofia, biodinamica, somato-emozionale e quant’altro – ma vedo bene che questo, a livello di una formazione di base, alla fine rimane solo propaganda volta a vendere un prodotto ormai tanto standardizzato quanto poco efficace, basti valutare il livello di competenza e di professionalità degli osteopati delle ultime generazioni.

Nel nostro iter formativo LE VERIFICHE sono fondamentali: senza una verifica continua del risultato didattico non si può parlare di apprendimento. Non a caso parliamo di “apprendimento” in contrapposizione al concetto di insegnamento: l’importante è quello che arriva all’allievo non quello che il docente intende insegnare.
Abbiamo lavorato molto per perfezionare degli strumenti (moduli di feedback e verifiche generali ) che – liberi finalmente dagli stereotipi di interrogazioni ed esami – diano dei feedback veritieri e fruibili per chi forma e chi è formato.
Saranno sempre verificate Conoscenze (la teoria), Abilità (pratiche) e Competenze (quando e perchè usare tali strumenti).

Sempre perseguendo una maggiore efficacia formativa, abbiamo apportato modifiche alla struttura del programma:

  • L’insegnamento di craniosacrale sarà concentrato negli ultimi due anni, mantenendo lo stesso tempo di insegnamento.
    Come è stato finora erogato, l’insegnamento di craniosacrale prevedeva tre giorni per anno di corso (come per la media delle altre scuole). Il primo anno si cominciava con l’anatomia e un po’ di palpazione, che pochi (o nessuno) continuavano ad esercitare; così al secondo e per gli anni successivi. Affinché una tecnica sia praticata – e quindi appresa – deve avere rapidamente un obiettivo concreto per far sì che venga da subito provata in studio. La logica contromisura è stata appunto quella di concentrare l’insegnamento negli ultimi anni, mantenendo comunque il numero dei giorni dedicati alla materia.
  • Il sesto anno sarà prettamente dedicato al consolidamento di Conoscenze Abilità e Competenze, in maniera personalizzata secondo un “contratto formativo” su misura stipulato dopo la verifica finale del quinto anno. Ci siamo resi conto che alla fine del cammino formativo è necessario un momento in cui si possano mettere a posto tutti i tasselli, aggiungere quelli che mancano, rivedere quelli che si sono persi; un momento di sintesi che deve essere personalizzato e programmato secondo le necessità di ognuno.

In ogni caso senza la partecipazione, il coinvolgimento totale dell’allievo non è possibile raggiungere l’obiettivo di una formazione efficace. A questo si riferisce un’altra voce del nostro contratto formativo, che prevede che la relazione formativa (formatore/formato) si basi su un’assunzione reciproca di responsabilità: il formatore si assume il 100% della responsabilità di erogare una formazione efficace, colui che è in formazione si assume il 100% della responsabilità della propria formazione: frequentare i corsi con assiduità, studiare, praticare. Quindi se noi, come formatori, ci prendiamo il 100% della responsabilità di erogare una formazione sempre più efficace –  e dal punto di vista dei contenuti,  e dal punto di vista dei metodi di insegnamento – chi viene per essere formato si assume il 100% delle sue responsabilità che comprendono l’essere assiduo a lezione, l’accettare le nostre indicazioni, essere attento a riempire le proprie lacune, ma soprattutto il praticare: non è possibile apprendere il nostro mestiere dedicandovi tre giorni al mese otto volte l’anno!!
Auguro a tutti voi buon lavoro
Dario Vitale